giovedì 29 gennaio 2009

Désespoir


Che siano un'opera d'arte non è una buona ragione.
Che chiunque le indossi si trasformi in un'icona di eleganza e stile non è una buona ragione.
Che io mi stia per sposare non è una buona ragione.
Cerco uno straccio di alibi che consenta alla mia coscienza di spendere due stipendi per averle.
Aiutatemi o potrei commettere azioni di cui mi pentirei, come offrirmi di baciare Karl Lagerfeld.

venerdì 23 gennaio 2009

Nebbia in Val Padana


Dirò qui, anche se sembra fuori luogo e fuori tema, del mio senso di triste sconfitta per lo sgombero, avvenuto ieri, del Cox18.
In molti vi diranno che era un centro sociale e forse si, nel senso che ci si potevano incontrare persone interessanti e colte e si poteva chiacchierare nel giardino d'estate e curiosare in libreria e qualche sera anche ballare e assistere a concerti, a conferenze, a film.
Io un po' ci sono cresciuta lì, perché negli altri centri sociali mi sentivo sempre un po' fuori posto, avevo sempre l'ansia di dover dimostrare di essere all'altezza, di non storcere il naso davanti ai bagni sporchi, di non essere troppo borghese, di non indossare lana abbastanza pungente. Il Cox era un'altra cosa e se proprio volete che rimanga in tema, vi dirò anche che se non ci fosse stato il Cox, Futuromarito non sarebbe andato a una conferenza sulle radio pirata tenuta dal mio amico Andrea e non ci sarebbe mai stata quella famosa macchinata da Milano, dove non solo conobbi FM, ma anche la mia cara amica Bella.
Dunque, tutto questo per dirvi che il Cox18 è un luogo di relazioni e ricordi, per me e per molti altri; un luogo di cultura e civiltà, dove costruire una città vera, fatta di tempo insieme e di spazi che ci appartengono e a cui apparteniamo.
Vi prego, dunque, sostenete il Conchetta (io lo chiamo ancora così e mi ricorda certe sere d'estate, quando il suo cortile sa di fiori), firmando la petizione o andandoci, quando riaprirà.
(la foto del Duomo è di Carlo Orsi)

lunedì 19 gennaio 2009

Huit femmes


Cancellate tutte quelle baggianate strappalacrime sull'amicizia perché l'amicizia vera non c'è, non esiste, è un mito inventato per giovani donne ingenue e impreparate alla vita.
Mai fidarsi.
Le persone non si conoscono mai.
Dagli amici mi guardi Dio, chè dai nemici mi guardo io.
Insomma, lo dico (tremo al solo pensarlo, ma tant'è!): qualcuna di quei piezz'e core delle mie amiche più intime ha cantato e ora Futuromarito sa che ho già comprato l'abito.
E forse sa anche com'è fatto, ma è buono e dice di non saperlo.
Dunque, diamoci da fare, quella malandrina non la farà franca!
Testimone: FM
Alle 15.00 del 19 gennaio dichiara: "So che hai già comprato l'abito (e più avanti ci chiederemo perché allora mi ha consigliato di andarlo a cercare in questi giorni di saldi, n.d.c. nota del commissario) perché me l'ha detto una tua amica. Non ricordo chi fosse (seeeeeeeeeee, n.d.c.), eravamo a casa di Lamovi venerdì sera. L'ho fermata subito, dicendole che non dovevo saperne niente perché tu volevi così. Quindi non dire nulla, non è così grave"
Descrizione: donna bianca sui 35 anni
Escludo Sara, che non ne poteva sapere nulla.
Bando all'omertà, facciamo i nomi delle indiziate:
1.Lamovi
2.Giuli Pepper
3.Cloz
4.Laura
5.Silvia
6.Pol
7.Franceschina
8.Chiara
Quando: alla festa di compleanno di Lamovi
Luogo: il salotto
Arma del delitto: la lingua lunga
Offresi una siga a chi mi aiuta a smascherare la colpevole.

martedì 13 gennaio 2009

Lovelovelove


O H M Y G O D.
E' meraviglioso svegliarsi un giorno, tutta presa dalle mille cose che affannano una vita e aprire gli occhi sul magnifico dono che è l'amicizia. La mia festa allora sarà per i miei amici, per tutte le persone che mi regalano ogni giorno un minuto di tempo e le cose preziose che sanno fare.
Solo oggi dovrei ringraziare:
la Franke, grafica di Cermania che sta passando la serata a elaborare le nostre partecipazioni coadiuvata da quel genio incompreso della sua gatta C'Agata;
Namina, che in men che non si dica mi scrive il Manuale per ingaggiare un ristoratore evitando la fregatura e anzi cercando di farsi pagare per andare proprio lì da lui;
Aines, che tra pompieri, viaggiatori, gioiellieri e ballerine, conosce anche chi lavora nei catering;
Giuly Pepper, mia adorata sempre presente che arginerà mia madre nell'atelier (poi vi dirò);
Latizi, che mi fa ridere e mi tira su.
Mi sto lasciando andare, ma le prove grafiche della Franke erano così belle e il manuale così preciso e il catering così atteso e le amiche così necessarie...

giovedì 8 gennaio 2009

Eight should be enough


Pranzo coi parenti, festa con gli amici.
Pranzo velocino, festa danzante per tutta la notte.
Pranzo semideserto, festa affollatissima.
Ma io non ho tenuto conto che mia madre ha otto fratelli. Che fanno circa quindici cugini, tutti sposati. E nella famiglia di mio padre sono la più giovane e i miei cugini di secondo grado hanno la mia età e sono più legata a loro che ai cugini di primo grado. Ma se invito i cugini di secondo grado da parte di papà, allora devo invitare anche i cugini di secondo grado da parte di mammà. E anche Futuromarito a quel punto dovrà invitare i cugini di secondo grado. Lui già invita i prozii. Allora anch'io dovrò invitare i prozii. E poi invito la moglie di mio cugino che ha litigato con mia cugina e dice che se viene mia cugina non verrà lei e allora se non viene lei non viene neanche mio cugino e neanche suo figlio, che però forse è meglio così. Poi c'è mia zia, quella un po' fuori che fa le telefonate anonime e lei magari non la invito per evitare che, come successe al matrimonio di mia cugina, incroci le gambe durante le foto coi parenti, che poi si vedevano le mutande. Poi ci sono gli zii da Parigi che ormai non parlano quasi più italiano, ma non si perdono un matrimonio perché è l'occasione per venire in Italia e salutare i parenti, ma io non li vedo da secoli e forse, se potessi, se non fosse che, se avessi la forza, il coraggio, la voglia di litigare con mia madre, con mio padre, col marito del fratello del figlio di mia cugina, ecco si, realizzate tutte queste condizioni, forse non li inviterei.
Mi sa che alla festa io non vado.