sabato 25 aprile 2009

La strada




Mio padre ha ottant'anni. Nella foto qui sopra ne aveva sedici: fu scattata il 25 aprile 1945.
Verrà al mio matrimonio in sedia a rotelle e se ne vergogna: forse è la strada più difficile che abbia mai percorso, più difficile delle stradine di montagna che attraversò quando scappò di casa, quattordicenne, per raggiungere suo fratello partigiano in Val Trebbia; più difficile dei chilometri sudati in bicicletta come staffetta partigiana prima e come ciclista su pista negli anni cinquanta.
Le ruote di una sedia per invalidi non si addicono a chi viene da una famiglia come la sua, come la mia.
Mia zia Maria era un donnone tutto d'un pezzo. E' morta che io avevo diciannove anni e la sua voce imperiosa naviga ancora viva come allora nella nostra aria familiare; di lei non riusciamo a fare a meno, lei era ed è la nostra famiglia, il nostro legame. Fu nei GAP e non ne parlò mai a noi nipoti, ne mantenne sempre la segretezza. Ma noi siamo orgogliosi anche di quel silenzio e dei silenzi ombrosi, scontrosi e distanti di mio zio Franco, figlio di mezzo e preferito, che io ricordo seduto a pensare mentre mio padre e mia zia discutevano in dialetto del futuro del Partito.
Lui fu comandante partigiano, si faceva chiamare Vento ed era bellissimo.
Mio padre verrà in sedia a rotelle, ma vorrei che tutti lo vedessero come lo vedo io, con la sua storia di terra emiliana, di enormi affetti, di passioni infinite, di partecipazione, di rettitudine; figlio di Emilio, che il 6 aprile 1924 per non andare a votare pedalò tutto il giorno per le campagne piacentine con un rapanello rosso all'occhiello; figlio di Teresa, che da via Fiori Chiari pedalava fino a Bobbio per far bollire le divise partigiane e uccidere i pidocchi che tormentavano i suoi figli; fratello di Maria, impiegata delle poste con una pistola in borsa, e di Franco, che fu il primo a scegliere di lottare.
Io percorro strade più comode grazie a loro, ma me li porto dietro ovunque. Buon 25 aprile.

giovedì 23 aprile 2009

Un calendario dell'evento


Tra un mese sposi: ci siamo quasi e abbiamo quasi tutto sotto controllo.
Da oggi in poi cercherò di aggiornare quotidianamente il blog, non mancherà nulla, neanche le notti in bianco come l'ultima, in cui ho improvvisamente visualizzato l'intera massa di amici tutti presenti contemporaneamente. Il solo immaginarlo mi ha provocato uno choc emotivo.
Le partecipazioni sono chicchissime, talmente chic che il tema verrà ripreso un po' ovunque nella location matrimoniale: dal Manzanarre al Reno non si parla d'altro e Franke&Agata (le designers) gongolano orgogliose.
Lelena si dà da fare e già immagina il pattern su tende e sfondi. Sarà una meraviglia.
Vengono in molti, quasi tutti.
Ci sono Karen e Alessandra da NYC e la Robi da Ragusa; la Tizi da Torino (già domani sarà qui per un sopralluogo), Nicole, Francesca e Ludo da Londra (e forse anche G., anche se pare che all'ultimo matrimonio abbia promesso fino alla sera prima di esserci, ma poi non se la sia sentita). Ci sono le Soeurs al gran completo, le compagne di danza e di scuola, gli amici di Lambrate e quelli delle elementari.
Per ritrovarsi ci vuole un matrimonio, altro che facebook.

mercoledì 1 aprile 2009

I get high with a little help from my friends (o Della Squadra T)


L'altra notte ho capito che sposarmi sarà come prendere un aereo: questo per me vuol dire che quella giornata potrebbe trasformarsi in un inferno.
Certo, potrei drogarmi e risvegliarmi dopo l'atterraggio, oppure potrei decidere che non importa se non avrò tutto sotto controllo: non importa se i segnaposto della Susi saranno stati messi a casaccio dalla signora sciabattona del ristorante; non importa se Marlène, la mia adorabile felina di sette chili, si sarà seduta sulle bomboniere amorevolmente confezionate da me medesima, riducendole a schiacciatine; non importa se i tavoli del catering saranno posizionati nel bel mezzo della pista da ballo trasformando una festa danzante in una residenza per anziani.
Capite bene che lo scenario è apocalittico.
La mia unica salvezza è la Squadra T, che ho prontamente convocato per un summit questo venerdì.
Fanno parte della Squadra T:
E., esperta di aesthetic quality del wedding design
Giuly Pepper, consulente di bonnes manières
Ilgiulio, professore ordinario della cattedra in Prendila con ironia e sarcasmo
Manuelsan, reporter specializzato in Cuoricini.
Yes, they can.