domenica 30 novembre 2008

Un té con Lasusi


Ieri pomeriggio ho fatto la ciambella. Lasusi ha portato Marie-Claire Idées.
Lasusi guarda spesso Hallmark, vive con Lamati, Gheorg e Chirone e ascolta Madonna. Ci sta dentro, è evidente. E infatti ha capito subito la questione dell'ispirazione, che è una delle parti meno malinconiche di un matrimonio.
Abbiamo preso il té, abbiamo fatto due chiacchiere di circostanza con Futuro Marito e poi abbiamo affrontato molto seriamente alcune problematiche che affliggono una sposa occidentale: colori, location, vestito (sottovoce, perché Futuro Marito era in agguato) e robe.



Per robe si intende quel milione di piccolezze impercettibili che fanno pensare: "Ancora" . In una relazione sono le robe che ti fanno decidere di sposarti. Ad esempio, una delle robe per cui mi sposo è il modo di mostrare disappunto, prima di passare all'attacco, di Futuro Marito.
Con Lasusi per ora abbiamo deciso due robe: dove mettere i cioccolatini durante il party e il pattern di colori matrimoniali, che è diventato realtà grazie a www.colourlovers.com.
Attenzione, il sito crea dipendenza e alle ore 13.50 potreste non aver ancora messo nulla sul fuoco.

venerdì 28 novembre 2008

La sposa occidentale

L'idea mi è venuta dall'America. Le donne dell'America si divertono molto coi loro blog sulla preparazione dei matrimoni, ma non sanno affrontare l'inevitabile e cioè che non importa quanto glamorous tu sia e quanto chic sprigionino le tue partecipazioni create con carta di riso e forbici: il tuo matrimonio sarà comunque intriso della malinconia polverosa che pervade la realizzazione di un sogno. Un po' come "Il sabato del villaggio", se mi seguite.
Allora mi son detta: niente domeniche, solo sabati, farò un blog su un matrimonio senza malinconie.

LA SPOSA OCCIDENTALE
Non dobbiamo avere pazienza, ma
accampare pretese intorno a noi
come in un assedio, ed essere aggrediti
dalle voglie più voluminose:
un fiore, che è un fiore,
io non te l'ho mai portato
vuoi improvvisato, vuoi confezionato, ma
trasferisco da te tutti i fiorai,
è più facile a dirsi,
e infatti te lo dico.
Ti piacciono i dolci
ed io sul tuo terrazzo impianto
un'impastatrice industriale
che mescola e sciorina la crema per le scale.
Se tu ti vesti, io sul tuo balcone
faccio calare in forma d'indumenti,
tutti i paracaduti ed un tendone bianco da sceicco
e la sua scimitarra per fermaglio
ed è più facile a dirsi che a dimostrarlo falso,
e infatti te lo dico perché non basta il pensiero.
Vuoi prendere un treno di notte
pieno di paralumi e di damasco per dormire,
sennò a che serve un treno:
alzo con le mie leve tutti i binari
e, senza alcun disagio di viaggiare in discesa,
scivolano da te tutti i vagoni.
Detto cosi' e' semplice e infatti lo e' detto cosi'.
Ti lascio immaginare cosa succederebbe
se tu volessi bere, se tu volessi nuotare,
se tu volessi l'ultimo centimetro di cima
del monte che ti pare
per farne niente o per otturare
un buchetto qualsiasi in fondo a un mare.
Trascurando il tempo ed il riso
tu escludi le risorse più abusive
che sono state mai precise come
sul tuo bel viso rilassato ed inespressivo.
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni,
ammattiti e marroni,
lasciando immaginare
la sposa occidentale.
La sposa occidentale che sembra quasi ridere
e invece lei respira,
quasi piangere, ma gira
dall'altra parte il viso, ma ritorna
portando sue notizie inaspettate;
amando tutto ciò che adora,
chiama con nomi fittizi le cose:
così, semmai, le rose
son spasimi, per ora.
(Pasquale Panella, Lucio Battisti)