giovedì 19 febbraio 2009

Location blues


Ah, design danese, sembra che io e te potremo incontrarci solo al davanzale della mia finestra. Purtroppo al mio matrimonio non sei invitato, visto che di danesità qui a Milano non se ne vede neanche l'ombra.
Finora abbiamo passato al setaccio un capannone simil-danese a Bollate, un capannone simil-belga a Segrate, una villa né danese né belga, ma molto bianca, a san Giuliano Milanese (d'altra parte c'è del marcio anche in Danimarca, quindi poteva starci), un locale con pavimento di assi di legno, una villa un po' brianzola in Brianza (e qui già le speranze stavano scemando), una cascina a Milano e una bocciofila in via Padova. Ora, caro design danese, qui tutti parlano di te, Elle décor spara titoloni tipo "Vivere a Milano in un loft danese", ma la vera verità è che tu qui non c'azzecchi per niente. Peccato. Vetro, legno, materiali naturali, adios! L'unica cosa che posso promettere ai miei cari invitati, è molto ballo e poca sobrietà.

1 commento:

Unknown ha detto...

io direi che quando c'è molto ballo e poca sobrietà qualsiasi posto va bene. sai quante preoccupazioni avrai in meno? una su tutte: la possibilità, non remota, di versare vino rosso sul pavimento di betulla sbiancata dell'architetto danese.
no no dai, meglio così.